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Forse da sempre in gestazione, sono maturate lentamente nel tempo, anche se ho accettato d'istinto la proposta della quale
ringrazio. Seguo la politica con passione, nel senso letterale di sentimento intenso. Partecipo politicamente tutti i giorni attraverso azioni che in qualche misura si riflettono sulla vita pubblica.
Nello sport ho fatto di tutto per formare giovani che diventassero atleti vincenti senza mai trascurare la loro crescita come individui.
Nel mio lavoro di ricercatore fare scienza significa anche amministrare bene la 'cosa pubblica', le risorse disponibili, economiche e umane. E' un'opportunità sostenuta dall'intera collettività, dal lavoro e dai contributi
di tanti: uno stimolo a indirizzare al meglio anche i miei sforzi.
Ho letto attentamente il programma della coalizione Valsamoggia su Misura e il resoconto di fine mandato dell'amministrazione uscente, con la quale la coalizione si pone in continuità.
Ho valutato il programma. Lo giudico un programma serio nelle priorità che individua, credibile nell'impiego delle risorse e nei tempi necessari all'attuazione, concreto perché si vede la mano di chi già ha una conoscenza profonda delle potenzialità e limiti della macchina che dovrà condurre.
E' un programma che mette al centro la persona, senza distinzione di trattamento tra individui; l'ambiente, di oggi e di domani; le diverse abilità; la cultura in tutte le sue forme e fruibile a tutti; il valore che ogni età porta con sé. Per fare politica non basta saper fare, questo dovrebbe essere un pre-requisito. Ciò che fa la differenza è selezionare gli obiettivi, filtrare gli interventi, indirizzare le azioni, verso il bene collettivo. Nel programma della coalizione a sostegno di Milena Zanna ho trovato l' una e l'altra cosa.
Sono convito che non tutti i programmi siano uguali. Questo è un programma certamente di sinistra, che deve essere dunque al servizio del cittadino, in continuità con molte azioni già intraprese dal passato governo cittadino.
Confrontate promesse e risultati, rilevo che molto è stato fatto; forse non tutto, sicuramente molto più di quello che è stato pubblicizzato.

Il Comune ha intercettato una quantità di risorse inimmaginabile, e non è cosa semplice né che tutti possono fare. Le ha trasformate in azioni concrete, immediate o in cantiere. Come quei tanti cantieri che si vedono in giro, indicati spesso con facilità come spot elettorale. Conosco le dinamiche della pubblica amministrazione per sapere che il cantiere di oggi è come il brillamento di una stella: la luce che vediamo è quella generata molto tempo prima. Raccontare una storia diversa significa travisare la realtà, o peggio ingannare le persone per avere un voto in più.
10 anni fa sono andato via da Savigno. Sono tornato a vivere in Valsamoggia nel 2018: ho trovato un comune migliore. Oggi vivo in un Comune migliore.
Questo è un progetto in cui mi riconosco, a cui aderisco con convinzione.

Tra i buoni propositi, la volontà di fare bene e la serietà che metto nel lavoro. La profonda consapevolezza che amministrare un comune e rispondere alle esigenze di tutti sia un compito molto complicato, da non sottovalutare.
Porterei con me un bagaglio variegato, composto dalle esperienze che ho maturato nella professione, nello sport, nell'interazione con le persone.



Nella Ricerca, progettare ha tanti significati: pensare interamente un progetto scientifico, disegnare uno strumento, programmare l' impiego del personale per una specifica attività.
Ma è anche andare a cercarsi le fonti di finanziamento: partecipare a bandi competitivi, in Italia o all'estero, cercare partnership industriali, interfacciarsi con le aziende, indire gare d'appalto.
Intercettare, gestire e giustificare finanziamenti sono competenze che fanno parte del mio background e che se necessarie potrei mettere al servizio delle esigenze comunali.
La natura è complessità organizzata: la scienza altro non è che una interpretazione delle leggi della natura, una approssimazione del suo funzionamento.
La comprensione del funzionamento di un sistema complesso parte dalla sua scomposizione in elementi più facilmente interpretabili e rappresentabili. E' descrivere i singoli requisiti per poi ricostruire il funzionamento dell'intero sistema. Una comunità è qualcosa di simile, fatta di leggi elementari che interessano i singoli, si sovrappongono a determinare il funzionamento di un sistema molto complesso, che deve assolvere alle funzioni quotidiane di una moltitudine di utenti.
La macchina pubblica è anche più complessa, perché ogni individuo rappresenta una variabile. La semplificazione in carico alla politica consiste nel comprendere e raggruppare il più possibile gli interessi dei singoli per soddisfare l'interesse collettivo; senza trascurare comunque i singoli. In altre parole, ingegneria dei sistemi: qualcosa che potrei trasferire nella mia azione politica.
Lo sport agonistico mi ha trasmesso varie certezze; tra queste, la consapevolezza che il lavoro mirato produce risultati e che questi richiedono altro lavoro per essere consolidati.
Per fare bene devi puntare sempre al massimo. Nel lavoro ho ritrovato principi analoghi nel pensiero "Lean", il modello in base al quale la Toyota nel dopoguerra ha raggiunto i livelli che conosciamo: ridurre gli sprechi puntando a migliorarsi sempre.
Trasposto all'interesse pubblico, identificare le linee d'azione, ottimizzare gli strumenti, mai accontentarsi del risultato raggiunto.


Lavoro per la Pubblica Amministrazione da oltre 20 anni.
Il MUR (Ministero Università e Ricerca) è una strana entità, preposta ad amministrare l'innovazione allo stato dell'arte attraverso regole e normative spesso obsolete, che ci portiamo dietro da decenni, fondamentalmente non più al pari con le esigenze. Ho imparato a convivere con questa realtà e a districarmi ogni giorno per gestire gli aspetti pratici della mia attività.
Richiedere contributi, presentare dei rendiconti economici, gestire una gara da pochi euro o da un milione di euro; organizzare un evento, un coffe break, pagare le spese di viaggio a un collaboratore, partecipare a un concorso.
Normative, procedure, competenze gestionali sono un aspetto imprescindibile della mia attività quotidiana con il quale ho ormai consuetudine.
Per questo, pur non condividendone talvolta la ratio, comprendo facilmente perché qualunque esborso di denaro pubblico richieda dei passaggi formali e dei tempi, aggirabili solo a parole e in campagna elettorale. Oltre c'è solo la realtà delle cose.
Vengo spesso definito 'giovane' da chi occupa posizioni apicali e si considera 'diversamente giovane' per giustificare la rendita da posizione.
Bisogna riconoscere i veri giovani: nel senso di dare loro un riconoscimento pieno, e smettere di nascondersi dietro frasi di comodo come "sei ancora troppo giovane, ..poi vedrai'.."
Da tecnico di canoa, prima, e da formatore universitario, oggi, ho vissuto a lungo a contatto quotidiano con i giovani (quelli veri), con le loro incertezze, che talvolta si tramutano in ansie, ma anche aspettative, progetti, sogni, a volte ingenui ma ugualmente importanti; ho vissuto il loro desiderio di contare e di interloquire alla pari con il mondo dei 'grandi' e non per interposta persona; che è poi quello che tutti abbiamo desiderato, ma ce ne siamo scordati.
Sono convinto che si debba smettere di parlare tra adulti per rispondere ai bisogni dei giovani; dobbiamo iniziare a chiedere a loro cosa sia meglio che si faccia per loro, e per questo mondo che inevitabilmente sarà il loro. Ascoltare, camminare insieme, mettere in comune esperienze, necessità, qualità complementari.
Questo si traduce nel dare ai giovani luoghi, spazi di condivisione, spazi di programmazione e ambiti di azione effettiva, reali in cui poter mettere alla prova le loro capacità e rivendicare i successi come frutto del loro sforzo.